Il tuning, per chi non lo sapesse, è l’arte di apportare modifiche ai propri veicoli (siano essi a 2,3, o 4 ruote) per migliorarne le prestazioni o anche solo l’estetica.
In termini meno enciclopedici, è il dotare la propria auto di minigonne, verniciature aggressive, alettoni e tutto ciò che può servire a farsi notare in strada.
Una prassi fino ad oggi associata immancabilmente alla cultura “underground” (negli USA come nel resto del mondo, Italia compresa), e ad aggettivi come “tamarro” o “truzzo”. Ma che un domani potrebbe, grazie alla stampa 3D, cambiare accezione, ed estendersi a categorie di persone fino ad oggi “insospettabili”.
Qualche giorno fa Toyota ha annunciato il lancio, dal prossimo 10 luglio, di Open Road a Tokio; trattasi di un progetto che consiste nella messa in circolazione di un centinaio di veicoli elettrici a tre ruote chiamati i-Road, tutti personalizzabili tramite stampante 3D.

La casa automobilistica nipponica non è l’unica ad essersi interrogata sulle potenzialità della stampa 3D nel mondo dell’auto; Opel, ad esempio, ne aveva studiato un possibile impiego in fase di fabbricazione.
L’intuizione di Toyota, tuttavia, ha buone possibilità di risultare vincente. I veicoli elettrici hanno fino ad oggi incontrato molte difficoltà a “decollare” (anche per via dell’opposizione da parte di chi avrebbe solo da perdere da un’eventuale “boom” dell’elettrico a scapito dei mezzi a benzina); la possibilità di personalizzare il proprio mezzo tramite una tecnologia ormai abbordabile come la stampa 3D potrebbe essere un fattore di spinta importante per far sì che molte persone (specie i più giovani, tradizionalmente più “bisognosi” d’esprimere e segnalare la propria personalità) facciano il grande salto e approdino all’elettrico.
